giovedì, ottobre 19, 2006

"Il diavolo vesta prada" o "Fino a che punto si può vendere il culo senza perdere l'anima?"



Il problema di fatto non si pone: come nella migliore tradizione, il diavolo vuole l'anima, del culo non se ne fa niente, se non stamparci su qualche griffe, sempre che sia abbastanza magro. Il film non ci dice gran che sull'annosa problematica etica, se non che per portare bene certi completini occorre anche un po' di dignità. Insomma una spruzzatina di integrità morale te la passa anche Valentino. In pratica ci si vende tutto, dal titolo del film, ai gadgets più inutili, fino al caffé della satanica Miranda Presley, tanto poi basta raccontare la bella favoletta per sentirsi buoni.
Per finire c'è anche la beffa: Andy (la protagonista) è una splendida ragazza, la quale, contro ogni evidenza, viene descritta come sciatta e grassa. Sindrome di Cenerentola? Inversione dei canoni estetici? Cecità? Boh, in fondo non vale la pena pensarci troppo.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Come disse Brian di Nazareth: "Hai più culo che anima!".

20/10/06 12:40  

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