giovedì, gennaio 25, 2007

Bobby è a Vicenza



Ebbene sì, confemiamo quanto avevano anticipato le solite recensioni fatte senza vedere i film (se si trattasse di commenti originali, non direbbero TUTTI le stesse cose o, per lo meno, lo farebbero con parole diverse): si tratta effettivamente di un "film corale" e, aggiungiamo noi, di conseguenza tendenzialmente altmaniano (anche il tema oltre che lo stile). Tuttavia il simpatico Emilio Estevez, pur sapendo manovrare bene la macchina da presa (fa un sacco di movimenti evitanto l'effetto mal di mare), non è riuscito a comporre una "sinfonia" all'altezza del maestro. I punti deboli sono forse più nella sceneggiatura che nella regia. Le microstorie che dovrebbero comporre il quadro d'insieme non sono abbastanza essenziali, tendono a sfilacciarsi e a perdersi senza troppo aggiungere al concetto di fondo. La clamorosa caduta di stile della citazione lisergica di Hair, rende bene l'idea di come il regista fatichi a tenere le fila del discorso. Il Robert J. Kennedy che emerge da questo film è assolutamente, ma forse volutamente, agiografico (è sempre lì lì per camminare sulle acque). In fondo l'affettuoso nomignolo che da il titolo al film è già una dichiarazione di intenti. Più che la figura di un uomo politico, quella che viene rappresentata è la fine della speranze che tanta gente aveva proiettato su di essa. In questo senso il film è abbastanza riuscito: emoziona e fa venire voglia di andare a Vicenza il 17 febbraio a manifestare contro la nuova base USA.
PS. Bravi gli attori. A me è piaciuto tanto il messicano che immagina la partita di baseball ascoltandone la cronaca radiofonica. Una domanda: Sharon Stone sa veramente tagliare i capelli o è una controfigura?