giovedì, gennaio 18, 2007

Luci della sera



Luci della sera si apre su degli operai (o generici reietti) che discutono su quale tra i grandi scrittori russi abbia meglio descritto i derelitti e prosegue proprio come un racconto di Checov, di Dostoevskij o di Tolstoj seguendo la triste sorte di una persona che sembra perseguitata dal destino. Bellissimo lo stile: colori pop da cinema anni '60 (anche un po' Happy Days oserei dire), pose teatrali e quadretti al limite del tableau vivant che iniziano a muoversi quando la macchina da presa li inquadra. Kaurismaki oramai è un maestro nel parlare di sfiga: in questo caso gli sono bastati appena 78 min. per dirci che, la vita è un continuo alternarsi cadute e tentativi di rialzarsi e che, nonostante tutto, la speranza rinasce sempre (che sia proprio questo l'aspetto più tragico?).