lunedì, febbraio 26, 2007

La madre de La voltapagine



La voltapagine
è il classico thriller psicologico. Ben fatto, intrigante, va via lisico senza mai calare la tensione. I problemi nascono quando esci dal cinema: ne parli con chi l'ha visto insieme a te e subito emerge l'elemento di discordia.

- Certo che la protagonista è stata bene umiliata da quella stronza che ha negato l'autografo a sua madre!
- ehhh???
- Beh, si, la bambina ha sofferto e vuole vendicarsi per l'umiliazione di sua madre oltre che il mancato superamento dell'esame.
- Macché, la donna che, sulla porta si vede rifiutare l'autografo dalla famosa pianista, NON E SUA MADRE! E sempre la stessa scema che poi è entrata in piena commissione d'esami, ha richiesto quello stramaledetto autografo, lo ha ottenuto perché la pianista stronza è anche vanesia, e ha distratto la bambina che stava suonando stroncandole la carriera!

Forse l'aspetto più conturbante del thriller psicologico consiste proprio nell'ombra oscura che la sua interpretazione getta sui nostri cari. O forse questo genere cinematografico ha una funzione di catalizzatore sociale che crea dibattito e scambio.
Fatto sta che bisogna rivedersi il film, a meno che qualche pietoso lettore che lo abbia visto (o che voglia andarselo a vedere, visto che è assolutamente godibile) non ci aiuti a dirimere la questione. Attendiamo speranzosi!

PS: Il giovane regista, tal Denis Dercourt, ha debuttato nel 1997, ma questo è il suo primo film ad uscire dalla Francia. Inquieta il fatto che egli stesso sia figlio d'arte sia nel cinema, che nella musica. Con buona probabilità si identifica con il povero figlio della pianista stronza ed esorcizza con questo film il desiderio che una vendicatrice venga a distruggere la sua famiglia.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Secondo me la giovinetta alla ricerca del riscatto della madre o del simulacro della madre (fa lo stesso) ignorata dalla spocchiosa pianista in realtà desidera il contrario, ovvero castigare la pianista in quanto personificazione della madre che le ha instillato i sensi di colpa avendola costretta a suonare quel cazzo di pianoforte a prezzo di sacrifici della madre, della figlia e della famiglia tutta. Il tutto per tenerla lontana dal sesso.
Chiaro, nè?
El zago psicologo sopraffino.

27/2/07 00:13  

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