domenica, febbraio 18, 2007

Le Lettere da Iwo Jima



Clint Eastwood aveva detto di voler fare Non un film di guerra, ma un film sugli uomini in guerra. Beh, ci è riuscito. In una luce spettrale, i giapponesi scavano tunnel nella sabbia nerissima dell'isola di Iwo Jima (il film è stato girato in Islanda, uno dei posti più simili all’isola originale, che essendo di origine vulcanica è caratterizzata da rocce e sabbie nere prodotte dalle eruzioni) per affrontare lo sbarco di un esercito americano dai mezzi decisamente superiori. Il loro dovere è quello di combattere e morire per la patria e per l'imperatore. Nella controparte americana Eastwood aveva mostrato l'ipocrisia del mandare a fare la guerra (e a morire) la gente in nome e difesa della libertà, mentre il punto di vista giapponese rappresenta con la massima evidenza come al soldato, in quanto puro strumento della potenza imperiale, venga chiesto innanzitutto di annullarsi come persona. In maniera quasi palpabile, al limite del claustrofobico, Letters from Iwo Jima mostra l'inumanità della guerra. Eastwood ha ideato il film basandosi sulla raccolta di lettere che il generale Kuribayashi (Ken Watanabe), persona intelligente e colta, mandava dal fronte. Nello scrivere, nel pensare e nel ricordare il generale resiste all'abbrutimento totale della guerra e riconosce più eroismo nella paura del soldato poco motivato che nell'eroico sacrificio dei fanatici esaltati.
PS
Ho messo il trailer al posto della solita foto sperando che a qualcuno venga voglia di vederlo. In effetti è un film non facile e molto duro, ma so che i veri eroi non se lo perderanno.
PS
A differenza di Lynch, sul quale intendo infierire fino a che non viene a chiedermi scusa personalmente, Clint Eastwood ha qualcosa da dire.