domenica, settembre 16, 2007

La questione umana



L'idea di alla base del film è molto bella e l'attore protagonista pure (trattasi di Mathieu Almaric, ottimo attore non molto noto in Italia, interpreta il francese che si vende le informazioni sul terrorismo internazionale in Munich), ma il regista purtroppo si è lasciato prendere la mano dilungando all'infinito e sbrodolando le scene che evidentemente gli sembravano più riuscite. In realtà la capacità di costruire l'inquadratura e di rappresentare visivamente la storia c'è, ma non tiene fino in fondo. Peccato, perché la trama di La question humaine è interessantissima, oltre che attuale. Uno psicologo aziendale che, dopo aver contribuito a creare i criteri di selezione per una drastica riduzione del personale, si trova a dover indagare sul direttore della società scoprendo i trascorsi nazisti della sua famiglia. Non si tratta però tanto del solito vecchio scheletro nell'armadio, quanto della continuità che i principi e di metodi nazisti trovano nella politica aziendale della società industriale in questione (e di molte altre, temo). Il protagonista trova documenti di carattere ingegneristico risalenti agli anni dello sterminio nazista che hanno un lessico e contenuti quasi identici a quelli che attualmente formulano i criteri di "epurazione" aziendale. In questo oggi come allora "questione umana" è un dettaglio ininfluente e trascurabile che va piegato ad una logica di ordine superiore. Le risorse umane sono strumenti da manipolare (con i corsi di motivazione aziendale), spremere e gettare, nulla più; ma allora come mai non si chiama più nazismo?