lunedì, novembre 13, 2006

Sorrentino vuole essere Lynch


Giacomo Rizzo, alias Geremia contempla Miss Agropontino (Laura Chiatti): un riferimento alla carriera dello storico caratterista deLa professoressa di scienze naturali e La vergine, Il Toro e Il Capricorno?


Non fatevi fregare dal trailer accattivante con la canzone di Antony (ebbene sì, non è Tracy Chapman) e dalle prezzolate recensioni (la distribuzione è Medusa), la giuria di Cannes 2006, che l'aveva brutalmente stroncato, aveva assolutamente ragione, L'amico di famiglia è un bidone. Trattasi dell'ennesimo ritratto dell'archetipo dell'avaro, ossessionato dall'accumulare, emotivamente alienato, nonché fisicamente e moralmente deforme. Fin qui tutto bene, il tema non è nuovo, ma il topos di fatto è inesauribile. Ciò nonostante Sorrentino, evidentemente, teme di non essere abbastanza originale e si adopera per accrescere il valore artistico dell'opera puntando tutto su quello stile grottesco che già ha contraddistinto altri suoi più riusciti lavori. La "maniera" di Sorrentino è accattivante e non priva di fascino, una delle poche novità del cinema italiano contemporaneo, ma in questo film è così eccessivamente calcata da risultare artificiosa se non addirittura fastidiosa: una ricerca dell'effetto tanto gratuita da diventare irritante. Dalla suora sepolta nella sabbia della prima inquadratura (difficile resistere alla tentazione di "passarla" al vicino), alle scene in stile Marlboro country, fino alle ambientazioni più surreali che David Lynch se le sogna (credo abbia girato anche a Padovaland), l'onirico impazza fino alla nausea.
Dal canto suo il povero Giacomo Rizzo, non per niente ha fatto il caratterista per una vita: se avesse saputo reggere un ruolo da protagonista glielo avrebbero fatto fare anni fa. Per non dire di Miss Agropontino (la gnocca che risveglia i sentimenti del mostro, sì proprio come ne Le conseguenze dell'amore), una che crede nella beneficienza ad Emergency, ma si esibisce in danze patetiche ai concorsi di bellezza. Non si salva neanche Bentivoglio, che l'accento veneto poteva studiarselo un po' meglio. A proposito, comincia a stufare 'sta storia che il veneto è sempre il più infame. Dopo i film antiamericani tanto deprecati da Lady Ferrara, alias Anselma Dell'Olio, avremo anche quelli antiveneti? Attenzione, pare che le due cose coincidano, il fatto che il veneto Gino (il personaggio interpretato da Bentivoglio) vesta da cowboy e sogni il Tennesee fa pensare ad un complotto...