mercoledì, marzo 05, 2008

Scorrerà del sangue?


There will be blood o meglio Il petroliere, come recita l'immancabile stravolgimento nostrano del titolo, è il nuovo film di Paul Thomas Anderson, quello di Magnolia (il film in cui piovevano rane) e di Boogie Nights (ascesa e caduta di un attore porno superdotato). Nonostante la qualità e il successo delle due prime pellicole, che tra l'altro lanciarono a livello internazionale attori come Philip Seymor Hoffman e Mark Wahlberg, Anderson ha lavorato solo per la televisione per un bel po' di anni prima di tornare al cinema con questo There will be blood. Anche in questo caso la qualità visiva è eccellente. Le sequenze iniziali sono potenti: senza parole le immagini (e i suoni!) di uomini anneriti e abbrutiti la dicono lunga sulla cupidigia umana e su come possa trasformare una persona in una macchina da guerra priva di sensibilità. I cercatori di petrolio che strisciano nella melma e lungo i pozzi hanno qualcosa delle scimmie di 2001: Odissea nello spazio e della loro lotta per la sopravvivenza ed il dominio. There will be blood è ambientato in California agli inizi del '900 e parla, per l'appunto, di un uomo che ha venduto l'anima al petrolio, nonchè, di conseguenza, del rapporto tra potere e la religione, ovvero della necessità di farsi amici i preti per fregare veramente tutti. Pressochè posseduto dalla sua smania di ricchezza, Daniel Plainview (Daniel Day-Lewis), lavora come un matto tirandosi dietro il figlioletto. La sorte premia i suoi sforzi con il successo economico, ma punisce la sua cupidigia colpendo suo figlio, come nella nella migliore tradizione biblica. Nella seconda parte il film si dilunga un po' indugiando sul rapporto tra l'imprenditore assatanato e il predicatore invasato che gli aveva offerto l'occasione di un'alleanza tra dio e petrolio (non per niente si dice "unto dal signore"). L'analisi psicologica del protagonista è comunque di altissimo livello e di grande complessità, c'è pure una citazione del Don Giovanni di Molière. La critica cita, a ragione, Citizen Kane e Il gigante oltre a Kubrick e ad Altman.