martedì, marzo 04, 2008

Teatro effimero


A volte vale la pena dedicare qualche parola anche al teatro. A Parigi ce n'è di straordinari. Il Théàtre de Bouffes du Nord è un posto da sogno. Restaurato in maniera da conservare il fascino fatiscente che aveva negli anni '70 quando Peter Brook lo scoprì, ricorda la pittura Moreau, ma anche quella di Dubuffet da quanto è materico e, apparentemente, lì lì di dissolversi.
Altro posto magico è la Cartoucherie, sede del Théàtre du Soleil, compagnia fondata e tutt'ora diretta Ariane Mnouchkine. In questi giorni presentano l'opera Les Ephémères, che dopo aver debuttato a Parigi a fine 2006 ha fatto il giro del mondo riscuotendo grandi consensi. Si tratta di uno spettacolo che nella sua versione integrale - che io ho visto con sommo piacere sabato scorso - dura circa 7 ore ed è composto da una serie di episodi di vita familiare che abbracciano le generazioni del dopoguerra fino ai giorni nostri (che sono poi anche quelle che compongono la compagnia di attori!). Sono piccole storie raccontate in estrema sintesi e scomposte in vari frammenti; si svolgono su piattaforme circolari spinte sulla scena, dove, in tempi brevissimi, sviluppano intrecci ora commoventi, ora drammatici e sempre appassionanti, per poi scorrere via lasciando il posto ad altre storie. E' uno spettacolo bellissimo e si può vedere anche diviso in Recueil 1 e Recueil 2. Bellissimo è anche il luogo, fa venir voglia di credere nell'utopia (?) della Comune.