domenica, settembre 23, 2007

Il ventaglio di Lady Windermere


Venerdi serà alla cinémathèque grande evento cinefilo con la proiezione di questo Ernst Lubitsch del '25. La concomitanza con Francia-Irlanda (rugby) è sospetta - una brillante trovata per schedare i devianti? - o perlomeno non casuale. Fatto sta che se qualcuno non riuscisse a capacitarsi del perché il cinema muto venga tanto osannato e rimpianto dai cinefili più accaniti, gli consiglierei di vedersi proprio Il ventaglio di Lady Windermere, tratto dall'omonima commedia di Oscar Wilde. Trattasi della tipica commedia degli equivoci, che il grande regista tedesco ha saputo trasporre preservandone humor ed ironia. Geniale è la sua capacità di comporre, contrapporre e di incastrare ad arte le varie scene, con un'eleganza e una leggerezza che non hanno bisogno di parole.

venerdì, settembre 21, 2007

Hairspray 1988 - the original

A proposito, ecco un trailer della versione di Hairspray



Ed ecco Divine che fece la parte che ora è di John Travolta. Purtroppo non ho trovato un clip del film. Qui canta una canzoncina, ma rende l'idea.

Lacca fiappa


Mi dispiace disilludere chi attende questo rifacimento della ben più riuscita versione originale ad opera di John Waters (il titolo era sempre Hairspray che però in Italia fu orrendamente tradotto con Grasso è bello), ma questo musical è una palla. Non che mi aspettassi di ritrovare nella versione attuale tutta la carica trasgressiva che c'era in quella di Waters, però almeno un po' di verve l'avrei pretesa. Invece i balletti sono loffi, le musiche tutte uguali e gli attori, per quanto anche bravetti, danno l'impressione di vagare un po' disorientati per il set. Travolta & Walken, alias mamy e papy di quella che dovrebbe essere la protagonista, ma soprattutto la Pfeiffer in qualche modo tengono su il film, che però arranca dall'inizio alla fine. Peccato perché le potenzilità c'erano. Se volete un consiglio spassionato, guardatevi l'Hairspray vecchio: nella sua versione originale la storia della ragazzotta tondina (macchè "tondina" è proprio "sferica") che si ostina a voler ballare in tv e finisce per lottare contro la segregazione raziale, vi appassionerà e vi divertirà molto più di quanto non faccia il musical fiacco dei nostri tempi.

domenica, settembre 16, 2007

La questione umana



L'idea di alla base del film è molto bella e l'attore protagonista pure (trattasi di Mathieu Almaric, ottimo attore non molto noto in Italia, interpreta il francese che si vende le informazioni sul terrorismo internazionale in Munich), ma il regista purtroppo si è lasciato prendere la mano dilungando all'infinito e sbrodolando le scene che evidentemente gli sembravano più riuscite. In realtà la capacità di costruire l'inquadratura e di rappresentare visivamente la storia c'è, ma non tiene fino in fondo. Peccato, perché la trama di La question humaine è interessantissima, oltre che attuale. Uno psicologo aziendale che, dopo aver contribuito a creare i criteri di selezione per una drastica riduzione del personale, si trova a dover indagare sul direttore della società scoprendo i trascorsi nazisti della sua famiglia. Non si tratta però tanto del solito vecchio scheletro nell'armadio, quanto della continuità che i principi e di metodi nazisti trovano nella politica aziendale della società industriale in questione (e di molte altre, temo). Il protagonista trova documenti di carattere ingegneristico risalenti agli anni dello sterminio nazista che hanno un lessico e contenuti quasi identici a quelli che attualmente formulano i criteri di "epurazione" aziendale. In questo oggi come allora "questione umana" è un dettaglio ininfluente e trascurabile che va piegato ad una logica di ordine superiore. Le risorse umane sono strumenti da manipolare (con i corsi di motivazione aziendale), spremere e gettare, nulla più; ma allora come mai non si chiama più nazismo?

domenica, settembre 09, 2007

Ragazza tagliata in due



La ragazza in questione è l'ex-adolescente di Otto donne, un mistero, ovvero l'ottima Ludivine Sagnier, da non imparentare con Emmanuelle Seigner, che si scrive diversa. Il film è l'ultima fatica di Claude Chabrol, tra i grandi del cinema francese, attivo dal '58 e ancora piuttosto in gamba. Ambientato a Lione, il film racconta la vicenda di una ragazza intelligente ed intraprendente che, mentre si appresta a fare carriera come presentatrice televisiva, cade tra le grinfie dello scrittore di fama (François Berléand, anch'esso ottimo attore poco conosciuto in Italia, ma già visto de Les Choristes et La commedia del potere, sempre di Chabrol), nonché torbido ex-sciupafemmine ritiratosi dalla vita mondana, molto più vecchio e più scaltro di lei. Lei se ne innamora fino alla perdita della dignità, lui ne approfitta, ma le vuole bene. L'altro è il rampollo viziato e squilibrato di un'abbiente famiglia molto in vista. Più che contesa tra due uomini la protagonista è vittima di un'ossessione che la annienta lasciandola impotente in balia dell'uno o dell'altro. Chabrol si conferma grande indagatore della mente umana e dei rapporti di potere a cui la ragione spesso si piega. Per farla breve: una magnifica regia, una trama avvincente e attori ottimi. Andate a vederlo, ne vale la pena, e così poi magari mi spiegate la fine. Non che sia uno di quei film in cui non si capisce il finale (tipo Black Dahlia intendo), semplicemente il significato simbolico dell'epilogo mi pare oscuro. Fatemi sapere!