giovedì, gennaio 24, 2008

No country for old man


Voilà un eccellente articolo sul nuovo film dei fratelli Coen (se cliccate qui scoprirete che i due buontemponi eseguono il montaggio del loro film sotto lo pseudonimo di Roderick Jaynes). Adesso me lo leggo anch'io e poi aggiungo qualcosa.
Data uscita in Italia: 22 febbraio 2008

Lust, caution e pennica


Che palle! Una storia trita e ritrita della militante che si innamora del nemico anche se è un criminale e una ripetizione continua, al limite dell'ossessione, di inquadrature, espressioni, atmosfere e partite di Majong tra signore bene. Altro che film carico di tensione erotica, Lussuria del pornazzo, più che i contenuti (qualche scena di sesso con qualche inquadratura scrotale e pubica ma senza che nulla di particolarmente piccante), ha la struttura noiosa, banale e ripetitiva (a tal proposito si vedano le divertenti disquisizioni di Umberto Eco, che mi premurerò di "linkare" se le troverò in rete).

sabato, gennaio 19, 2008

Into the Wild


Innanzitutto tengo a rassicurarvi: in Italia questo film NON uscirà come "Nel selvaticume"! Manterrà invece il suo titolo originale e, per di più, arriverà abbastanza presto, ovvero il 25 gennaio. Resta da sperare che non scompaia troppo rapidamente perché è un film che vale davvero la pena vedere. Pare che segua in maniera abbastanza fedele l'omonimo libro di Jon Krakauer (la cui edizione italiana si intitola "NELLE TERRE ESTREME") da cui è tratto (e che evidentemente non ho letto), ma quel che conta è la straordinaria complessità di significati e contenuti espressi. Lungi dall'accontentarsi dell'estetica On the road, Sean Penn va fino in fondo nella rappresentazione dei sentimenti e dei pensieri del giovane protagonista. Il risultato è eccellente sotto tutti gli aspetti. La storia del giovane che abbandona la sua famiglia e il suo avvenire per vivere per strada sognando di raggiungere l'Alaska viene rappresentata con grande sensibilità e lirismo, ma anche con il solido costrutto di un'analisi psicologica ed esistenziale del personaggio. In termini stilistici il risultato è affascinante ed originale: l'effetto "bella fotografia" prende corpo e assume significati veramente poetici. Per concludere diciamo che vedere un film come Into the Wild fa bene anche per prendere un po' di sano distacco dalle rotture quotidiane, per non farci schiacciare troppo e per ricordarci il piacere esserci e di guardarci intorno.

giovedì, gennaio 10, 2008

In questo mondo libero (?)



Vabbè, il titolo rieccheggia Battisti, ma il povero Ken Loach non poteva saperlo. C'è però, a mio modesto avviso, anche qualche altro punto su cui il bravo Ken poteva essere un po' meno ingenuo. Ossia: secondo voi, due giovani donne in gamba e carine, ma non troppo scafate, che si mettano in proprio a fare le agenti interinali per il reclutamento giornaliero di manodopera a buon mercato e che si inseriscano in un giro di immigrati irregolari, fanno i soldi o finiscono tagliate a pezzi in un fosso dopo quindici giorni? Le mie poche esperienze in merito, assieme a quanto si legge sulle varie mafie e sulle nuove forme di caporalato, mi inducono a propendere per la seconda opzione. Niente da dire sull'intelligenza politica delle tesi e della rappresentazione dei conflitti sociali in Loach: anche questa volta ci azzecca e ci spiega per bene che non si può fare uno sporco lavoro senza sporcarsi parecchio. Tuttavia a me è sembrato che ci fosse una stonatura di fondo, una mancanza di verosimiglianza che rendeva tutto il discorso un po'artificioso. Ma il mio è solo un parere, Ken Loach è sempre Ken Loach e anche questo suo ultimo film vale la pena.

giovedì, gennaio 03, 2008

Ancora USA anni 80'


In uno degli ultimi demenziali TG2 (o era "Costume e società"? Difficile distinguere l'uno dall'altro, visto il continuum di cazzate) natalizi, l'ennesimo servizio sui calendari delle bellissime ha visto bene di ricordarci che anche Eva Mendes ha fatto il suo. Di questa signora si è detto che è una bellezza latina dalle curve mozzafiato e che il suo calendario sexy non è mai volgare, ma non che ha recitato in un film presentato a Cannes 2007, ovvero We own the night. Del resto perchè parlare sotto Natale di un film che in Italia uscirà a Pasqua? L'uscita sugli schermi nostrani è prevista per Aprile 2008 con il solito titolo stravolto, nella fattiscpecie Padroni della notte, a riprova della nota tesi dello Zio Fulvio, dal distributore BIM, il quale, per quanto faccia lodevole opera di diffusione di cinema di buona qualità, continua a appioppare titolacci insulsi ed inutili, quando potrebbe semplicemente tradurre quelli originali. Comunque il film è buono, nonchè pienamente inscrivibile nel nuovo filone di ritorno al cinema americano classico. Tecnicamente eccellente e molto efficace, delude un po' per la trama annunciata come biblico-shakespeariana ma rivelatasi soprattutto molto western. Quel fascio di Robert Duvall ha due figli, uno buono, poliziotto (Mark Wahlberg), e uno cattivo (Joaquin Phoenix), gestore di locale notturno frequentato da mafia russa. In realtà però anche il fratello cattivo è buono, solo che ha preso una cattiva strada e i guai iniziano quando si mette in testa di redimersi. Insomma roba un po' prevedibile ma che funziona sempre, tanto più a fine quaresima.