lunedì, ottobre 29, 2007

Control - il film su Ian Curtis


Control è un film bello nel vero senso della parola. Una vera e propria ricostruzione e glorificazione estetica dell'iconografia post-punk dei Joy Division. Nel 1988 il regista di Control, Anton Corbijn (pronunciato "Corbein") aveva già lavorato per i Joy Division dirigendo il video di Atmosphere. L'ho messo qui sopra perché è una specie di paradigma del film e rende l'idea meglio di quanto non facciano i soliti trailers. Per il resto direi che il film non è un capolavoro, ma funziona bene, ha un ottimo ritmo e risulta godibile, per quanto possa esserlo la storia di un epilettico che muore suicida. I contenuti, che del resto si basano sul libro Touching from a Distance di Deborah Curtis, moglie di Ian, che è anche produttrice del film, sono un po' meno curati rispetto alla parte estetica. Per quanto il film sia sempre delicato e ricco di pathos, si ha l'impressione che la lettura della problematica psicologica ed esistenziale di Ian, basata essenzialmente sul suo rapporto con la moglie e con una scelta di vita che che fatica a mantenere, sia un tantino riduttiva. Chiaramente non mancano gli accenni ad una condizione di disagio più ampia, alla sua poetica e al suo rapporto con la musica, ma forse potevano essere sviluppati un tantino di più. Comunque il film è da vedere, sperando che in italia lo facciano uscire.

martedì, ottobre 16, 2007

Minor: mezzo dio, mezzo porco


Su un'isoletta greca in età precristiana e presocratica una paciosa comunità si industria per guadagnarsi la grazia degli dei a suon di superstizioni e di buffi rituali tanto primitivi quanto simpaticamente assurdi. Già impazza la tendenza a sottomettersi ad un principio di autorità sulla base di arcane ed immotivate ragioni, e, come nella migliore tradizione, la sorte vuole che tocchi allo scemo del villaggio diventare re nonchè dio in terra. Nel frattempo le zone più selvaggie dell'isola sono ancora popolate da creature mitologiche a metà tra uomo ed animale e sempre intente a godere del piacere della carne, dell'ozio e della bellezza della natura. Minor, l'eletto, una sorta di trovatello allevato assieme ai maiali e felicemente sposato con una truie (scrofa), si trova a metà tra i due mondi e le sue avventure lo porteranno ora a trionfare nell'uno, ora a rifugiarsi nell'altro. Insomma non c'è dio senza qualche porco. Jean-Jacques Annaud è il regista de Il nome della Rosa, di il Il nemico alle porte e di tanti altri film più o meno riusciti. In questo caso si lascia andare al piacere della commedia e al gusto per l'ironia dissacrante ed anticlericale: il risultato è assolutamente godibile, esteticamente accattivante e nientaffatto stupido o scontato. Certo forse di fronte a Vincent Cassel, travestito da fauno ed incline ad ogni sorta di concupiscenza sessuale, i grecisti più rigorosi e i puristi cinefili avranno qualche rimostranza, ma in compenso i palati meno schifiltosi si faranno quattro sane risate.
Uscira in Italia? Chissà, a quanto ne so non è ancora prevista una data di uscita, ma forse si può ben sperare.

giovedì, ottobre 04, 2007

L'età delle tenebre


E' il film che conclude la trilogia che Denys Arcand aveva iniziato con Il declino dell'impero americano e continuato con Le invasioni barbariche. Parla di un quarantenne che sopravvive ad una vita di monotonia e solitudine sognando il successo e l'amore di donne bellissime. Completamente isolato rispetto alla sua famiglia, Jean-Marc Leblanc (Marc Labrèche) in realtà è affezionato alla squallida esistenza che gli permette di rifugiarsi in fantasie esotiche, erotiche ed avventurose invece di affrontare la realtà; infatti la vera e propria crisi comincia quando la moglie lo lascia per inseguire la carriera e il direttore della società per cui lavora. Improvvisamente l'equilibrio del simpatico sognatore si disintegra e la realtà gli presenta il conto. Come nei due film precedenti, la profondità dell'analisi sociologica ed esistenziale, non impedisce ad Arcand di fare un film ironico, brillante e profondamente comico. Se proprio volessi trovargli un difetto, direi che il finale è un po' scontato, ma in qualche modo bisogna pure concludere. Del resto, dopo il "week end medievale" con una pazza scatenata che si crede non ricordo più quale famosa principessa e tutta una serie di gustosissime e surreali scene di rivalsa onirica, ci va bene anche un finale un po' prevedibile.