sabato, ottobre 21, 2006

Lars.


Anche Lars von Trier, autore tra gli altri di Dogville, film "filosofico" sull'ipocrisia, rifiutò il premio che gli aveva conferito il comitato Unicef per il cinema di Pace. Disse:
"Grazie per il premio per la Pace. Come voi, credo nella pace. E noi che crediamo nella pace pensiamo che il più nobile impegno sia quello di convincere ogni persona al mondo a vederla allo stesso modo.
Ma non tutti accettano questa visione. Il popolo del mondo è come due tribù nel deserto, una tribù vive in un paese con un pozzo, l'altra in un paese senza pozzo. La tribù con il pozzo vuole la pace, l'altra non vuole la pace, vuole l'acqua! La tribù senza pozzo forse è meno civilizzata, non ha una parola per dire pace, ma ne ha una per dire sete che, data la situazione, è più o meno la stessa cosa. Il Comitato per la Pace nel paese con il pozzo, è buono, saggio, gente bella che non ha sete, perciò ha tempo ed energia per il comitato. La gente con il pozzo parla molto di premi per la pace da dare ad altra gente che vive nel paese con il pozzo. Quelli del paese senza il pozzo non parlano molto di premi per la pace.
Lars von Trier, 10 marzo 2004”. Elzago

Aki manda in culo Bush.


Aki Kaurismaki, già autore di "Leningrad cowboys go America" è stato scelto come rappresentante finlandese agli oscar per il migliore film straniero con Luci della Sera. Ma il nostro figo amico ha detto, in dichiarata polemica con Bush per tutte le stronzate che fa e che dice, che se lo possono anche ..., l'oscar. Magari non ha detto proprio così, ma a noi piace pensarla così, vero?. Elzago

giovedì, ottobre 19, 2006

"Il diavolo vesta prada" o "Fino a che punto si può vendere il culo senza perdere l'anima?"



Il problema di fatto non si pone: come nella migliore tradizione, il diavolo vuole l'anima, del culo non se ne fa niente, se non stamparci su qualche griffe, sempre che sia abbastanza magro. Il film non ci dice gran che sull'annosa problematica etica, se non che per portare bene certi completini occorre anche un po' di dignità. Insomma una spruzzatina di integrità morale te la passa anche Valentino. In pratica ci si vende tutto, dal titolo del film, ai gadgets più inutili, fino al caffé della satanica Miranda Presley, tanto poi basta raccontare la bella favoletta per sentirsi buoni.
Per finire c'è anche la beffa: Andy (la protagonista) è una splendida ragazza, la quale, contro ogni evidenza, viene descritta come sciatta e grassa. Sindrome di Cenerentola? Inversione dei canoni estetici? Cecità? Boh, in fondo non vale la pena pensarci troppo.

lunedì, ottobre 16, 2006

Auguri


Oggi è Sant'Edvige. Auguri, Giovannona. (stavolta la foto è giusta...). Elzago.

Gillo non passerà più per Pontecorvo


Gillo Pontecorvo è morto. Il Tg Rai si affretta a dirlo genio ma a minimizzare il valore politico della sua opera. "Film belli ma appesantiti dall'ideologia sono ora solo una gioia per gli occhi". Come dire che adesso tutti sono sufficentemente imbecilli per non associare il lucidissimo pensiero sul neo-colonialismo francese in Algeria con le azioni odierne e odiose delle superpotenze (americane, russe, inglesi, cinesi e perchè no, italiane).
Se volete meditarci su un'ottima (ideologica, certo) analisi del film è su questo link.
Tra l'altro ci si ricordano il milione di morti ad opera delle truppe francesi, decine di migliaia di torture, deportazioni, i villaggi distrutti. Ma anche le problematiche etiche riguardanti l'uso di azioni terroristiche come prassi politica. E spunta il peso dell'integralismo religioso, allora mitigato da un'ottica laico-comunista.

E allora, se non concordate con la Rai, guardate "La Battaglia di Algeri". E' una "gioia per gli occhi", ma anche una gioia per la mente.
Elzago.

"Commenti rubati", la nuova rubrica di Paritexas

Raccogliamo e pubblichiamo commenti uditi all'uscita delle sale cinematografiche. Se non altro hanno il dono dell'immediatezza e della sincerità, cosa che raramente si trova nelle recensioni. Alcuni concetti fondamentali come "Bea bueada" o "sboroneria calligrafica" sono stati elaborati in questo spazio così esiguo che sta tra la fruizione del film e il ritorno alla nostra quotidianità. Molte di queste esternazioni meritano di essere ricordate; allora raccoglietele e segnalatecele!
Esempio:
All'uscita di "Il diavolo veste Prada" una signora commenta: "Co tute 'ste modee una vien fora e se sente na scoassa"

venerdì, ottobre 13, 2006

Il potere logora...un po' tutti

Lontanissimo dall'idea del film-inchiesta sui traffici illeciti dell'alta finanza, L'ivresse du pouvoir ("l'ebbrezza del potere" nel titolo italiano diventa la "commedia")è un film che analizza gli effetti corrosivi del potere non solo su chi ne abusa per il proprio interesse personale, ma anche sul giudice che conduce l'indagine. Finanzieri-truffatori e politici corrotti sono ridotti a delle macchiette puerili, profondamente logorate nel fisico e nello spirito, mentre il giudice che vorrebbe fare giustizia, è una donna inaridita dal suo stesso zelo che usa la sua (giustissima) causa per cancellare la sua vita privata. Insomma, più che una commedia, è una vera e propria tragedia. La tesi è sconfortante, ma il film è gradevole. Sconsigliato a Ilda Bocassini.


Qui sotto Isabelle Huppert nel ruolo del giudice Jeanne Charmant Killman (affascinante ammazza-uomo?). Dopo l'avanzamento di carriera Jeanne cambia acconciatura passando dalla capigliatura naturale ad un rigido caschetto. Un omaggio a Condoleeza?


sabato, ottobre 07, 2006

Scoop

>Hugh "dopobarba" Jackman, Scarlett Johansson, Woody Allen


Dopo lo splendido Matchpoint, Woody torna ai toni leggeri della commedia, con un altro film "inglese" (Macthpoint era una coproduzione USA-GB, mentre in questo caso la produzione è solo inglese, pare che il regista abbia dichiarato che in inghilterra i produttori sono meno invadenti). Scoop non è tra i migliori film dell'amabile Woody, ma con tutto il rispetto e l'amore che gli porto, devo dire che ha fatto anche di peggio. Le battute sono ottime, soprattutto quando prende per il culo Scarlett, che, nel tentativo di imitare Diane Keaton, si conferma pessima attrice, ma va assolta per la sua simpatia, dovuta alla somiglianza con Miss Piggy. Hugh Jackman, invece, sembra appena uscito dalla pubblicità di un dopobarba.

venerdì, ottobre 06, 2006

Ancora Dalia


Mi spiace Simona, ma per me la regia è solida e la maestria nell'uso della macchina da presa è notevole, non fine a se stesso ma in stretto rapporto con la narrazione. Vedi il piano sequenza dell'apostamento dei pulotti / ritrovamento del cadavere, dove la macchna da presa esplora un intero isolato appiccicandosi alle cose, il ciclista, il camion, la donna che corre. Un oggetto visto da due angolazioni in contemporanea allude a due diverse interpretazioni. Per questo la storia chandleriana dove l'evidenza nasconde sempre una seconda verità è strutturale alla tecnica del film (cazzo, come sono critico figo...).
L'intento del regista è fondamentalmente erotico-voyeuristico. Mostrando e nascondendo il cadavere (o le tette di Scarlett) ci trasforma tutti in vergognosi colli di gomma che sotto sotto vorremmo osservare da vicino. Vengono in mente tutti gli altri film dove c'è l'ossessione del vedere (o acoltare) senza riuscirvi, il tutto misto alla frustrazione sessuale, Blow Out, Omicidio a luci rosse, Carrie, e i riferimenti ai maestri Hitchcock, il Truffaut dell'Uomo che amava le donne, Blow up, ma specialmente Peeping Tom di Powell/Pressburger, dove il maniaco filmaker monta il coltello sulla macchina da presa, uccidendo così le sue vittime con lo sguardo.
Insomma, a me è piaciuto...
Elzago

Blow Out e Blow Up. Un fonico e un fotografo che scavano nei loro sensi per decifrare un omicidio.

giovedì, ottobre 05, 2006

De Palme e la Dahlia




Intriganti le atmosfere e i personaggi, buon il ritmo, avvincente la trama, ma ad un certo punto sembra che De Palma si lasci prendere la mano concentrandosi soprattutto su riprese e scene ad effetto a scapito dello sviluppo dell'intreccio. Alla fine si ritrova con una marea di dati che faticano a ricomporsi in un quadro d'insieme (Chandler faceva un gran casino, ma poi ci riusciva). Se qualcuno ha letto il romanzo di Ellroy avrei qualche domanda da fargli.
Comunque nel film c'è tutto: il triangolo edipico (due Lui, di cui uno è dominante e si giace con Lei), poliziotti eroici ma anche deboli, i tramaccioni un po' mafiosi e un po' ebrei, un vecchio tedesco che urla "Amerikaner Scheisse!" dopo aver citato "Schindler's List" sparando ai piccioni da un balcone (comunque, se doveva essere un nazista, era un po' fuori età, visto che il film è ambientato nel 1947), ma soprattutto la bionda-buona e la mora-cattiva. Tutte due tanto fighe, quanto negate a recitare. Specialmente a Scarlett si può adattare la vecchia battuta riferita al buon vecchio Clint (Eastwood); lei "ha due espressioni, col rossetto e senza".

martedì, ottobre 03, 2006

La dalia azzurra:2


L'occasione è propizia per pubblicizzare il fumetto di Filippo Scozzari, omonimo di una nostra cara amica.
LA DALIA AZZURRA
Di Filippo Scòzzari e Raymond Chandler
Prefazione di Oreste del Buono
21,5 x 26,5, B, 96 pp, b/n, € 18,00
Lui (Scozzari, non Chandler) è lo sctenato disegnatore di Cannibale, Frigidaire etc., autore di Suor dentona.
Leggetevi anche i suoi spassosi libri: Prima pagare poi ricordare e racconti porni.
Il sito.

lunedì, ottobre 02, 2006

La dalia BLU




In principio c'era un film. Anzi no, c'era la sceneggiatura di Chandler dalla quale George Marshall trasse, The Blue Dahlia (1946). Il misterioso omicidio cui si ispira il romanzo di Ellroy, venne commesso l'anno successivo, il 1947, e i giornali titolarono evocando il film, perché anche lì una donna veniva brutalmente uccisa. Oltre all'atteso film di De Palma, vorremmo vedere anche il suo illustre, ma introvabile antecedente. Chi ce l'ha batta un colpo!


domenica, ottobre 01, 2006

E tu lo sai cos'è l'areodjarekput?


Te lo spiegano Franco e Ciccio sul comment di Laura nel post di Edwige-Carmen Russo.
Una piccola caccia al tesoro.