domenica, maggio 27, 2007

Gedo Senki, ovvero I Racconti Di Terramare



Goro Miyazaki ci ha messo un po' a decidersi a seguire le orme del padre Hayao e, bisogna dire, i suoi Racconti di Terramare non provano che continuare a fare l'architetto sarebbe stata una scelta sbagliata. Certo, continuando a fare quel mestiere, non avrebbe potuto rappresentare un eroe che come prima cosa uccide suo padre per fregargli la spada. In realtà non si può dire che I racconti di Terramare sia brutto, anzi, è semplicemente minore rispetto ai capolavori di Miyazaki padre. Per molti aspetti ne riprende lo stile visivo e quella filosofia della natura intrisa di romanticismo visionario e di tradizione. Per altri sembra voler aggiungere qualcosa di suo cui ancora non ha saputo dare una forma. Nel complesso comunque il cartone è simpatico, ben fatto e pieno di pathos, peccato che il ritmi non siano abbastanza serrati e le immagini un po' troppo ripetute. Comunque a ripensarci bene, visti anche i problemi ecologici del Giappone, meglio un disegnatore/regista che un architetto in più!

venerdì, maggio 25, 2007

Aggiornamenti su Rossetto

Ecco puntuale il commento di Laura:

E' meglio precisare che a Rossetto non piace essere identificato come uno che fa documentari. Documentarista e' una parola che uso sempre per fare capire alle persone di che cosa si tratta, ma in realta' e' una parola che si presta a molti equivoci, perche' i documentari che fa Rossetto sono molto speciali.
Si sono dette tante cose, ma la definizione che distingue inequivocabilmente tra film e documentario non e' mai stata trovata. Allora chiamiamoli a tutti gli effetti "film", e lui - nella migliore tradizione francese - "cineasta"...

e aggiunge:
A quanto pare feltrinelli e' stato mostrato a roma all'istituto svizzero di cultura.

ROSSETTO A PADOVA!!!


Niente paura, non è l'ennesima trovata di Cristal (che pare stia girando un musical), trattasi di Alessandro Rossetto, giovane documentarista di grande talento e di fama internazionale, sarà a Padova questa sera! La qual cosa non dovrebbe aver nulla di eccezionale, visto che lui a Padova ci è nato. Tuttavia, nella migliore tradizione della fuga dei cervelli, questo ottimo regista - autore di documentari tanto divertenti quanto intelligenti - , è pressoché sconosciuto non solo nella sua città natale, dove infatti vengono mostrate opere di qualche anno fa, ma anche in tutta Italia! Tanto che, come si è già detto qualche tempo fa, il suo film su Giangiacomo Feltrinelli uscirà (o è già uscito? Se qualcuno sa qualcosa batta un colpo) in sala in Germania e in Svizzera, ma non è previsto in Italia. Chissà, magari dopo questa sera, qualcosa cambia!

sabato, maggio 19, 2007

ZODIAC: bufala o sovvertimento dei generi?



Io propendo nettamente per la prima opzione! Ho capito che David Fincher ha fatto Seven e Fight Club e sono d'accordo che erano due bei film, ma con quest'ultima prova il maestro da l'impressione di essere marcito sugli allori. Direi che quest'anno solo Crialese e Lynch hanno saputo fare di peggio in quanto a deliberata vessazione dell'ignaro spettatore. Come nel caso dei due succitati cineasti, qualcuno prenderà le loro difese in nome dell'arte. Nel caso di Zodiac si potrebbe sostenere che ha saputo infrangere tutti gli stereotipi del genere thriller azzerando non solo la suspence ma anche il gusto di seguire una trama. All'inizio sembra la solita simpatica porcheria, ma poi lo schema monotono e ripetitivo fino allo spasmo infierisce sullo spettatore più di quanto il serial killer non faccia sulle sue vittime. Certo, il fatto che a Cannes la critica abbia ben accolto la pellicola, depone a favore del fatto che non sia alla portata del grande pubblico, a meno che la critica, non avendo pagato il biglietto e accingendosi a sorbirsi un festival pieno di film impegnati, non si sia fatta una bella ronfata.
Da evitare accuratamente.

sabato, maggio 12, 2007

Ecco "Working Class Hero"

Eccola qualche anno fa in veste di cantante



Tra parentesi va detto che, contrariamente a quanto dice il testo della canzone, lei a Parigi ci scorazza eccome visto che abita dietro all'Opera.

At the age of 37
she realized she'd never ride
through Paris in a sports car
with the warm wind in her hair

Irina Palm, ovvero The Working Class Hero



Maggie, una signora inglese sulla sessantina, ha un nipotino molto malato che solo una cura praticata in Australia potrebbe tentare di salvare. Il figlio di Maggie e sua moglie disperano: non hanno i soldi per pagarsi il viaggio e si sono già venduti tutto per affrontare le spese sanitarie. La nonna invece non demorde e fa una serie di maldestri ed ingenui tentivi, tipo ottenere un prestito o trovare un lavoro. Nel corso di queste sue scorribande, si imbatte nella scritta "cercasi hostess" appesa sull'ingresso di locale sexy. Ingenuamente Maggie crede la persona richiesta sia una cameriera, ma il cinico proprietario le spiega trattarsi di un eufemismo e propone, all'attempata signora un redditizio lavoro di "operatrice manuale" all'interno della sua "azienda". E così Maggie diventa Irina Palm.
Cooproduzione anglo-europea, il film di Sam Garbarski ha uno stile innanzitutto inglese tra Ken Loach, Peter Cattaneo (quello di Full Monty, già paragonato alla pellicola in questione) e Peter Mullan, oltre che dal punto di vista tecnico anche per l'ottima capacità di calare la tematica sociale nella sofferenza e nei sentimenti umani. Insomma un film impegnato che fa piangere e anche un po' ridere (quando Maggie spiega alle pettegolissime comari del sobborgo di Londra in cui vive quale è il suo nuovo lavoro).
A tutto ciò si aggiungono l'eccellente presenza scenica e la bellissima voce molto ciccona(io ho avuto la fortuna di vederlo in lingua originale) di Marianne Faithfull. Un'artista grandissima, che si rivela anche molto intelligente per aver fatto la scelta coraggiosa di interpretare una parte in cui non nasconde la sua età.
Da vedere!

giovedì, maggio 03, 2007

La mugliera dell'uomo ragno e altre pinzillacchere.

Di Elzago.
E' noto che a me i film di Sam Raimi piacciono tutti e pure tanto.
Quello che non capisco è perchè le fidanzate dell'uomo ragno siano state sostituite tra loro. Prima c'era Gwen Stacy,

che appare solo ora (somigliantissima col fumetto, peraltro) mentre Mary Jane era morosa di Harry-Goblin.

Solo alla morte di Gwen e con la scomparsa di Harry, Peter Parker sarà consolato e sposato da Mary Jane.
Comunque perdoniamo tutto, che tanto ci va bene pure così.
Concordo inoltre con Rac sulla simpatia dell'uomo sabbia completando la divina citazione ovvero "ogni-graneo-bueo".
Quanto al cartone di spiderman, magnificamente raffazzonato e malfatto quanto soggetto a sublime nostalgia, beh , eccolo.

Lo vuoi anche in italiano? Ok, anche in italiano!

Uomo Ragno



Con Spiderman III non si è badato a spese, ci si potevano fare tranquillamente tre film, ma una volta tanto ci è stata raccontata una storia compiuta, senza preoccuparsi del sequel. La formula non è cambiata, il trittico Tobey Maguire, Kirsten Dunst, James Franco funziona a meraviglia, attorniato com'è da tutta la schiera di comparse iconograficamente riprese dal fumetto (e dall'ingiustamente dimenticato cartone). Vi si aggiungono anche due nuove entrate. La prima è l'uomo di sabbia, interpretato da Thomas Haden Church, un evaso in fuga cui l'amore per la figlia malata dà una forza tale da ricomporsi anche dopo essere stato ridotto a granelli. Notevoli e commoventi le sue metamorfosi evocanti, a testimonianza degli ampi riferimenti iconografici di Sam Raimi, il celeberrimo Dio-del-Camion-di-Sabbia della mitologia veneta. La seconda è Eddie Brock-Venom (Topher Grace), un fotografo tanto arrivista e meschino da suscitare sentimenti di vendetta anche nel buon Peter Parker. Ciò che rende interessante la storia in effetti è proprio il lato oscuro presente nell'uomo ragno così come in tutti i comuni mortali (compreso il povero Zidane). I sentimenti di frustrazione e di incomprensione non adeguatamente elaborati sfociano nella rabbia distruttiva e nella vendetta. Complice una schifosissima sostanza vischiosa che gli si avviluppa attorno proprio come un cattivo pensiero, Spiderman, segue le orme del suo amico-rivale Harry Osborn, il figlio di Goblin, cadendo nella tentazione della vendetta. "Il suo peggior nemico è dentro di lui", recita non a caso lo slogan del film. Lasciandosi trascinare dal lato oscuro anche il supereroe rischia di perdere sè stesso e di restare solo; fortunatamente si ferma in tempo - ovvero dopo essersi divertito abbastanza - appioppa la sostanza vischiosa al nemico che, inginocchiato di fronte all'altare di una chiesa, prega di potersi vendicare con l'assassinio, e torna a salvare il mondo. Prevedibile forse, ma molto godibile.