kekkojoni

Risulta piuttosto doloroso constatare che il film che dovrebbe ricordare agli italiani il loro passato di immigrati poveri, sporchi ed analfabeti sia di fatto un'opera inutile, pretenziosa ed irritante. Dopo un incipit che accenna ad un ritorno al purismo neorealista di La terra trema, Crialese si abbandona a suggestioni surreali tra Fellini e Kusturica. Mele, carote e galline giganti come rappresentazione della terra dell'abbondanza nella mente dei pecorai siciliani potevano anche essere una buona idea se non fosse stata l'unica, ripetuta, rimescolata fino alla nausea per i 120 minuti di durata del film; al punto che i turgidi ortaggi giganti finiscono per assurgere a simbolo della prova di sopportazione inflitta al pubblico. Lo stesso vale per l'immagine ricorrente dei personaggi immersi nel fiume di latte. Non meno raffazzonato risulta l'intreccio arricchito dall'enigmatica presenza di una signora inglese (ci limitiamo a chiamarla la figlia di Serge Gainsbourg, visto che questo è il suo unico merito artistico), la quale per una qualche ignota ragione, viaggia con i siciliani e cerca tra loro un marito per poter entrare nel Nuovomondo. Che dire ancora? Lascerei a persone più competenti il compito di commentare le scelte musicali nonché dialettali e a Dolce & Gabbana quello di ricordarci che pecorai eravamo e pecorecci rimaniamo. La visione di questo film è consigliabile solo a Borghezio, se non altro per fargli del male.