
La storia si svolge all'inizio degli anni 80. Manu e Julie, fratello e sorella ventenni arrivano a Parigi. Lei canta, lui bazzica luoghi di incontri gay dove conosce Adrien, un uomo maturo, generoso e disinteressato, il quale si innamora di lui. Il ragazzino non ricambia, ma lo frequenta e tramite lui conosce una coppia "aperta" di neogenitori: Mehdi, poliziotto, e Sarah, aspirante scrittrice, nonché accanitissima fumatrice (vista la bocca di
Emmanuelle Béart, la sigaretta deve essere un'allusione al desiderio di suzione) e madre snaturata. Mehdi, il virile poliziotto, fautore della repressione di prostituzione e devianza, in realtà si approfitta del ragazzino il quale, ad un certo punto si ammala di aids e viene curato dal buon Adrien che così viene a sapere tutto sull'ipocrisia del suo amico.
Les témoins è un film che ha soprattutto il merito di trattare la tematica dell'aids in termini politici. Fa emergere in maniera molto chiara come la malattia nasca e si sviluppi grazie all'ipocrisia, alla repressione e alla falsità. Non a caso è il poliziotto, con il suo falso moralismo, a diffondere e ad alimentare la malattia. La sua ipocrisia, o meglio quella del sistema che egli serve approfittandone dove può, non solo produce la malattia, ma la strumentalizza per accrescere il suo potere.
Téchiné, maestro oramai affermato e riconosciuto, divide il film in capitoli: "Les beaux jours" e "La Guerre", seguiti da una post-fazione, "Le retour de l'été", che avrebbe potuto risparmiarci o condensare in qualche minuto invece di aggiungere tante scene inutili (perché Mehdi, il poliziotto e Julie, la sorella di Manu, insieme in aereo?). Nell'insieme, non male comunque. Chissà se uscirà in Italia.